La rivoluzione del condominio
Nel Condominio Magnolia, l’assemblea condominiale era temuta più di un temporale improvviso. Ogni mese, una dozzina di inquilini si riuniva nella sala comune per discutere argomenti di vitale importanza come il colore delle piante del cortile o la posizione esatta del bidone dell’umido.
Quella sera, però, c’era una questione davvero seria all’ordine del giorno: il nuovo regolamento sull’uso dell’ascensore. Una proposta avanzata da Carlo, l’inquilino del quarto piano, che riteneva fosse necessario limitare l’uso dell’ascensore ai soli “motivi essenziali”.
“Motivi essenziali?” ripeté con tono sarcastico Giulia, la studentessa del secondo piano. “Come se andassimo in ascensore per divertimento!”
“Lo faccio per il bene della collettività,” rispose Carlo, sistemandosi gli occhiali con aria da professore. “Quanti di voi lo usano per salire di un piano? È uno spreco di energia.”
“A me serviva per portare il gatto dal veterinario,” intervenne la signora Pina, del primo piano. “Ma mi scusi, chi decide cosa è essenziale? Lei? Il gatto era essenziale per me!”
“Non sto dicendo che i gatti non siano importanti, ma…”
“Ma cosa?” lo interruppe il signor Alfredo, del sesto piano, un uomo robusto che aveva l’aspetto di qualcuno che non gradiva le scale. “Io pago le spese condominiali e pretendo di usare l’ascensore anche solo per salire con una busta di patatine!”
“Aspetti, Alfredo,” intervenne la signora Teresa, una veterana delle assemblee. “Le patatine sono essenziali? Voglio dire, io le uso per le feste, quindi sì, forse lo sono.”
Il dibattito degenerò rapidamente. Giulia iniziò a ridere nervosamente, mentre Alfredo e Carlo si lanciavano frecciatine. Persino il custode, Enzo, entrò nella discussione, dichiarando che il vero problema era il continuo blocco dell’ascensore, che spesso si inceppava tra il terzo e il quarto piano.
“Allora, aggiungiamo una clausola per gli animali e le patatine,” propose Carlo, visibilmente provato. Ma la sua frase scatenò una nuova ondata di proteste.
“Non dimentichiamoci dei mobili!” gridò la signora Pina.
“E delle valigie!” aggiunse Giulia, alzando la mano.
Quando sembrava che la situazione fosse irrecuperabile, la signora Teresa prese la parola. “Signori, forse stiamo dimenticando che l’ascensore serve per rendere la vita più facile, non per complicarla. Non possiamo fare una cosa semplice e smetterla di litigare?”
Un lungo silenzio calò sulla sala. Poi, improvvisamente, Giulia iniziò a ridere. “Teresa ha ragione! Stiamo litigando per niente!”
Alfredo sbuffò, Carlo borbottò qualcosa sull’ecologia, ma alla fine tutti cedettero. La proposta fu archiviata e si tornò a discutere del colore delle piante.
Quando la riunione si sciolse, Enzo, il custode, scosse la testa. “Un giorno litigheranno anche per l’aria che respirano.”
Ma, almeno per quella sera, il Condominio Magnolia era riuscito a trovare una tregua… o almeno, fino alla prossima assemblea.